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I tre pilastri

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Nel Trattato di Maastricht (chiamato anche Trattato sull’Unione europea), firmato il 7 febbraio 1992 ed entrato in vigore il 1 novembre 1993, è stata disegnata una struttura dell’Unione europea “tripolare”, composta cioè da tre pilastri. A questa struttura, che dà ruoli diversi alle varie istituzioni a seconda del pilastro nel quale si trovano ad agire, si è arrivati grazie ad un compromesso raggiunto tra gli Stati membri. Mentre per il primo pilastro si è deciso di applicare il metodo comunitario dando un notevole risalto alle istituzioni comunitarie a scapito dei governi degli Stati membri, per il secondo ed il terzo pilastro si è deciso di applicare il metodo intergovernativo, con un maggior ruolo da parte degli Stati membri. Dopo l’ultimo Consiglio europeo del dicembre 2003, si è cominciato a parlare anche di un quarto pilastro, riguardante la politica europea di difesa (ricordiamo che il primo tentativo in merito, fallito, risale al 1954 quando l’Assemblea nazionale francese rifiutò la ratifica al Trattato CED). Oggi sembra che gli Stati siano arrivati ad un accordo; la prudenza, però, è d’obbligo.

La struttura dell’Unione risulta, ad oggi, così composta:
1. Primo pilastro, dato dalla dimensione comunitaria. Il suo contenuto è costituito dalle norme dei Trattati istitutivi delle Comunità europee;
2. Secondo pilastro, dato dalla politica estera e di sicurezza comune (PESC), disciplinato dalle norme del Titolo V del Trattato sull’Unione europea;
3. Terzo pilastro, dato dalla cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni; questo pilastro è preso in considerazione nel Titolo VI del Trattato sull’Unione europea. In seguito alle modifiche previste dal Trattato di Amsterdam la nuova denominazione assunta dal terzo pilastro è quella di cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale.

Con il Trattato di Amsterdam, firmato il 2 ottobre 1997 ed entrato in vigore il 1 maggio 1999, sono state introdotte alcune modifiche ai pilastri:
• Per quanto riguarda il primo, nel Trattato istitutivo della Comunità europea è stato aggiunto un nuovo Titolo riguardante le problematiche dell’occupazione. Oltre a ribadire, in materia, l’impegno da parte degli Stati membri, ad esso è stato affiancato anche quello dell’Unione. A livello istituzionale, inoltre, le novità riguardano:
1. il Parlamento europeo, che ottiene un ruolo più incisivo diventando un co-legislatore dell’Unione europea;
2. un’estensione delle ipotesi nelle quali il Consiglio vota a maggioranza qualificata;
3. il Presidente della Commissione, che diventa una figura più significativa.
• Tra le novità previste nel secondo pilastro vi è l’adozione da parte dell’Unione di strategie comuni per le azioni da effettuare nella PESC e l’importanza di missioni umanitarie, di soccorso e di mantenimento della pace;
• Nel terzo pilastro, infine, sono state introdotte forti modifiche. Quasi tutte le materie che rientravano in esso sono state “comunitarizzate” ed inserite nel primo pilastro. Nel terzo rimangono, tra le altre, le disposizioni riguardanti la cooperazione tra le forze di polizia e la cooperazione giudiziaria in materia penale.



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