Benenati Anna Maria
DICHIARAZIONI AUTO-INDIZIANTI E TUTELA DELLA DIFESA
(Nota a Cass. pen. sez. VI 10 marzo 1998)
in Giurisprudenza italiana, 1999, fasc. 6 pag. 1279 - 1281
(Bibliografia: a pié di pagina o nel corpo del testo)
Approfondita la tematica interpretativa di cui agli artt. 63 e 64 c.p.p. e all'art. 384 c.p., l' A. analizza la sentenza in epigrafe, rilevandone la notevole portata laddove riconosce la non sussistenza del reato di falsa testimonianza, per l'operatività dell'esimente di cui al comma 1 dell'art. 384 c.p., anche nei confronti di soggetti ancora non indagabili, ma con una posizione in fieri, cioè, potenzialmente e concretamente indagabili. L' A. sostiene che questa sentenza oltre a recepire il contenuto interpretativo delle sezioni unite secondo cui nessuno può essere chiamato a rendere dichiarazioni contra se, pena l'inutilizzabilità oggettiva, ha l'indiscusso pregio di fissare con chiarezza il principio che per le dichiarazioni rese da soggetti oggettivamente indagabili per i medesimi fatti su cui sono chiamati a deporre opera l'esimente di cui all'art. 384 c.p. per inesigibilità di diverso comportamento processuale.
Fonti
- Codice di procedura penale art. 63
- Codice di procedura penale art. 64
- Codice penale art. 372
- Codice penale art. 384, comma 1
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