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D'Alessio Rosalia
(PROCEDIMENTO PENALE. ATTI PROCESSUALI. PARTECIPAZIONE DI PERSONE SORDE, MUTE O SORDOMUTE AGLI ATTI DEL PROCEDIMENTO)
(Nota a C. Cost. 22 luglio 1999 n. 341)
in Giurisprudenza costituzionale, 1999, fasc. 4  pag. 2685 - 2686
(Bibliografia: a pié di pagina o nel corpo del testo)

La Corte Costituzionale, con la sentenza in epigrafe, ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 119 c.p.p., nella parte in cui non prevede che l'imputato sordo, muto o sordomuto, indipendentemente dal fatto che sappia o meno leggere e scrivere, abbia diritto a farsi assistere gratuitamente da un interprete, scelto di preferenza fra le persone abituate a trattare con lui, al fine di potere comprendere l'accusa a lui formulata e di seguire il compimento degli atti cui partecipa. L'A., richiamando dottrina e giurisprudenza sulla materia, svolge qualche sintetica considerazione sulle questioni toccate dalla Consulta, con particolare riferimento per l'uso della lingua nel processo, sia sotto il profilo del diritto di difesa, sia sotto il profilo della garanzia delle minoranze.

Fonti

  • Codice di procedura penale art. 119

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