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Gallo P.
SUL CONTRASTO CIRCA LA DECORRENZA DEL TERMINE BREVE DI IMPUGNAZIONE
(Nota a Cass. civ. sez. II 22 luglio 1999 n. 7896; Cass. civ. sez. I 10 febbraio 1999 n. 1126)
in Il Foro italiano, 1999, fasc. 12  pag. 3516 - 3519
(Bibliografia: a pié di pagina o nel corpo del testo)

Le sentenze in rassegna evidenziano un contrasto in ordine al tema della decorrenza del termine breve di impugnazione delle sentenze, positivamente disciplinato attraverso il combinato disposto degli artt. 285 e 326 c.p.c.. Esaminati gli orientamenti giurisprudenziali a cui fanno riferimento le due pronunce in epigrafe e richiamata la dottrina sulla tematica della decorrenza dei termini di impugnazione, l' A. ritiene che l'interpretazione "elastica" dell'art. 326 c.p.c. invalsa nella prevalente giurisprudenza (i cui argomenti ravvisano nella notifica dell'impugnazione solo uno dei possibili strumenti di conoscenza della sentenza idonei a far decorrere il termine breve) non pare corrispondere in modo adeguato a quella insopprimibile esigenza di certezza connessa alla natura decadenziale del termine ed alla gravità dell'effetto prodotto dalla sua scadenza (la consumazione del diritto di impugnare ed il contestuale passaggio in giudicato della sentenza). Aspetti questi che indurrebbero anch'essi, conclude l' A., ad un rigoroso rispetto del testo degli artt. 285 e 326 c.p.c.

Fonti

  • Codice di procedura civile art. 282
  • Codice di procedura civile art. 325
  • Codice di procedura civile art. 326
  • Codice di procedura civile art. 327

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