Reale Carlo Maria
IL LENTO INCEDERE DEI DIRITTI TRANS: UNA PROSPETTIVA CRITICA SULLA GIURISPRUDENZA DELLE CORTI SOVRANAZIONALI EUROPEE - THE GRADUAL ADVANCEMENT OF TRANS RIGHTS: A CRITICAL PERSPECTIVE ON THE CASE LAW OF EUROPEAN SUPRANATIONAL COURTS
in BioLaw Journal - Rivista di BioDiritto, 2024, fasc. 3 pag. 135 - 155
(Bibliografia: a pié di pagina o nel corpo del testo)
[Abstract tratto dalla rivista]
This article seeks to analyze the case-law of the Court of Justice of the European Union and the European Court of Human Rights concerning legal recognition of gender identity within member states. It adopts a critical perspective, emphasizing the actual realization of fundamental human rights. The analysis will reveal that, despite notable differences, both Courts have moved away from a biologically essentialist framework, gradually progressing toward a model focused on self-determination. However, this evolution has not yet fully embraced depathologization or the complete acknowledgment of trans identities.[Abstract appeared in the Journal]
Sommario: 1. I diritti delle persone trans agli occhi delle corti: lo scopo e il perimetro di questo contributo. – 1.1. Le procedure di LGR ["Legal Gender Recognition"] tra preservazione dell’ordine e riconoscimento delle identità plurali. – 1.2. Una cornice teorica/linguistica. – 2. La giurisprudenza della corte europea dei diritti umani: la LGR e il progressivo assottigliamento dei margini di discrezionalità statali. – 2.1. Il margine di discrezionalità degli stati e il sotteso principio dell’immutabilità del sesso. – 2.2. Da Goodwin in avanti: le persone trans(essuali) come soggetto di diritto. – 2.3. Una "sovversione mite" del binarismo di genere: verso la demedicalizzazione e depatologizzazione delle identità trans? – 3. La giurisprudenza della CGEU: ricavare spazi di tutela all’interno del diritto dell’Unione Europea. – 3.1. Dalle discriminazioni sulla base del sesso alla tutela dell’identità di genere. – 3.2. Possibili nuove frontiere e destinazioni incerte: i casi pendenti di fronte alla corte. – 4. Alcune riflessioni conclusive.
Fonti
- CGCE 30 aprile 1996 (causa C-13/94)
- CGCE Seduta Plenaria 11 luglio 2006 (causa C-432/04)
- convenzione Consiglio d'Europa Roma 4 novembre 1950 (Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali) art. 12
- convenzione Consiglio d'Europa Roma 4 novembre 1950 (Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali) art. 8
- Corte eur. Dir. Uomo ad. plen. 25 marzo 1992 (B. c. Francia)
- Corte eur. Dir. Uomo Grande camera 1 luglio 2002 (Goodwin c. Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord)
- Corte eur. Dir. Uomo Grande camera 6 novembre 1980 (Danielle Van Oosterwijck c. Belgio)
- Corte eur. Dir. Uomo sez. II 10 marzo 2015 (Y. Y. c. Turchia)
- Costituzione art. 2
- legge 12 aprile 1982, n. 164 (Norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso)
- sent. CEDU 6 aprile 2017 (causa n. 79885/12, 52471/13 e 52596/13 A.P., Garçon et Nicot vs Francia)
- sentenza Corte costituzionale 5 novembre 2015, n. 221
- sentenza Corte di Giustizia dell'Unione europea civile grande sezione 26 giugno 2018 (causa C-451/16, MB vs Secretary of State for Work and Pensions)
- sentenza Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) 16 luglio 2020 (Rana vs Ungheria)
- sentenza Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) sezione I 8 gennaio 2009 (Schlumpf vs Svizzera)
- sentenza Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) sezione III 12 luglio 2003 (Van Kuck vs Germania)
- sentenza Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) sezione V 9 luglio 2020 (Y.T. vs Bulgaria)
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