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Fanelli Roberto
QUANDO GLI UTILI EXTRABILANCIO SONO TASSABILI IN CAPO AI SOCI
(Nota a Cass. sez. tribut. 3 aprile 2000, n. 3980)
in Corriere tributario, 2000, fasc. 29  pag. 2129 - 2132
(Bibliografia: a pié di pagina o nel corpo del testo)

La sentenza in commento affronta la questione ampiamente dibattuta sia in dottrina, sia in giurisprudenza, della legittimità della presunzione di avvenuta distribuzione ai soci degli utili non contabilizzati da una società di capitali "a ristretta base azionaria". Si osserva che le conclusioni cui perviene la Cassazione definiscono compiutamente il quadro interpretativo corretto entro cui muoversi per la definizione della questione. L'A. sintetizza in due principali punti lo schema delineato dalla sentenza, tratto dai principi enunciati dalla Suprema Corte: a), al fine di poter far valere la presunzione semplice di avvenuta distribuzione degli utili ai soci, è necessario accertare l'esistenza di utili non contabilizzati; b), la ristretta base azionaria e l'organizzazione aziendale a prevalente partecipazione familiare, costituiscono "indizi" da valutare dal giudice tributario, con adeguata motivazione, dell'avvenuta distribuzione ai soci di tali utili. Pertanto, dalla sentenza in commento l'A. ritiene di poter concludere che, una volta accertato che la titolarità delle azioni e l'organizzazione aziendale sono concentrate in una stretta cerchia familiare, il giudice di merito non può escludere la distribuzione ai soci di utili non contabilizzati, limitandosi ad enunciare l'inapplicabilità dell'art. 5 del d.p.r. 917/1986.

Fonti

  • dec. Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986 n. 917 art. 5

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