Ciani Giancarlo
BREVI CONSIDERAZIONI SULLO STATUTO PENALE DEI DIPENDENTI DELL'ENTE POSTE
(Nota a Cass. pen. sez. V 12 aprile 1996)
in Cassazione penale, 1997, fasc. 5 pag. 1357 - 1364
(Bibliografia: a pié di pagina o nel corpo del testo)
L'A. richiama i due indirizzi emersi nella giurisprudenza sulla natura degli atti posti in essere da soggetti legati a un ente pubblico da un rapporto di natura privatistica: per il primo, allorché l'ente (nella fattispecie, l'Enel) si avvalga, nella disciplina del rapporto di lavoro, degli strumenti apprestati dal diritto privato, "i documenti diretti a certificare l'attività svolta dai dipendenti stessi nell'esercizio dei loro compiti di istituto e ai fini del loro diritto alla retribuzione sono da ritenere scritture private, per le quali non è configurabile il delitto di falso ideologico"; per il secondo "...l'attestazione apposta dal medico convenzionato sul foglio o sul cartellino di presenza è espressione di potere certificativo e quindi, effettuando l'attestazione in questione, il medico convenzionato riveste la qualità di pubblico ufficiale". Nel secondo filone interpretativo s'inserisce la sentenza annotata che, per pervenire all'affermazione della sussistenza del reato di cui all'art. 493 c.p., ha riconosciuto al funzionario dell'amministrazione delle poste e telecomunicazioni, trasformato in ente pubblico economico, la qualifica di incaricato di pubblico servizio. La sentenza offre all'A. lo spunto per alcune considerazioni su questa figura di fondamentale importanza ai fini della configurabilità dei delitti dei pubblici ufficiali contro la p.a., nonché sulla figura del pubblico ufficiale, con particolare riferimento alla trasformazione dell'amministrazione delle poste in ente pubblico economico e successivamente in società per azioni.
Fonti
- Codice penale art. 357
- Codice penale art. 358
- Codice penale art. 493
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