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Gallo Filippo
PIANI REGOLATORI E RAPPORTI DI VICINATO (PER IL RITORNO ALL'ESEGESI E ALL'ARS IURIS)
in Rivista di diritto civile, 1997, fasc. 6  pag. 831 - 897
(Bibliografia: a pié di pagina o nel corpo del testo)

Nello scritto si propone una nuova interpretazione dell'art. 869 c.c. circa i piani regolatori, nel quadro della disciplina della proprietà edilizia e in generale della proprietà. Nei paragrafi 1-6, muovendo dalla situazione normativa nella quale si è inserito il rinvio del codice vigente alle disposizioni dei piani regolatori (la prescrizione della loro osservanza), si sottopone ad esegesi, con metodo lemmatico, il suddetto articolo che l'ha disposto. Parallelamente, si analizza il significato dell'affiancamento di tale rinvio a quello, già previsto dal codice civile abrogato, alle disposizioni dei regolamenti edilizi comunali, in rapporto alla configurazione, nel nuovo codice, della proprietà edilizia secondo un disegno integrato, pochi mesi dopo l'approvazione dello stesso, con la legge urbanistica (n. 1150/1942). Si sottopongono quindi ad esame gli artt. 871 e 872 c.c., relativi alle norme di edilizia e di ornato pubblico stabilite dalla legge speciale e dai regolamenti edilizi. Rilevato che, negli ultimi decenni, i piani regolatori hanno preso gradualmente il sopravvento sui regolamenti edilizi (ridotti ormai ad un ruolo marginale) ed escluso il carattere eccezionale del comma secondo dell'art. 872 c.c., si sostiene, alla stregua della ratio, del sistema e dei lavori preparatori, l'interpretazione secondo cui l'azione per la riduzione in pristino compete, sia a proposito dei regolamenti edilizi che dei piani regolatori, nell'intera area dei rapporti di vicinato. L'A. contesta l'orientamento teso a sostituire al dato normativo, da cui risulta la regola in vigore sui singoli punti, il c.d. diritto operazionale. Si prospetta da ultimo l'esigenza del ricorso, nello studio del diritto, all'ars iuris (ars boni et aequi); ricorso reso possibile nella nostra attuale esperienza, sul piano del diritto positivo, dall'accoglimento nella carta costituzionale dei supremi criteri dell'uguaglianza e della ragionevolezza.

[Abstract tratto dalla rivista]

Fonti

  • Codice civile art. 869
  • Codice civile art. 870
  • Codice civile art. 871
  • Codice civile art. 872
  • l. 17 agosto 1942, n. 1150
  • l. 6 agosto 1967, n. 765

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