Gemelli Ilaria
INTESE PRECONTRATTUALI E CONTRATTI PRELIMINARI
in Giurisprudenza di merito, 1999, fasc. 6 pag. 1130 - 1134
(Bibliografia: a pié di pagina o nel corpo del testo)
Lo scopo che l'A. ha perseguito con il suo lavoro è quello di superare l'attuale tendenza giurisprudenziale in materia di intese precontrattuali (es. lettere di intenti) e contratti preliminari. Le prime, infatti, se non contengono già l'accordo su tutti i punti dello stipulato contratto vengono considerate irrilevanti e non idonee a far scaturire un affidamento meritevole di tutela. Il contratto preliminare, invece, tende e essere trattato, in ogni settore della contrattualistica, come il preliminare di vendita immobiliare, con la conseguenza di richiedere per esso, sempre e comunque, le soglie così elevate di formalità e determinatezza necessarie invece solo per il settore immobiliare. Conseguenza di tutto ciò è che, se non esiste un vero e proprio contratto, affidamenti anche meritevoli di tutela rimangono pesantemente delusi. Sulla scorta di quanto accade invece in Paesi stranieri, più evoluti del nostro in questa materia, bisognerebbe volta a volta valutare se l'affidamento sia o no meritevole di tutela, basandosi sul solo caso concreto. In questo modo, si eviterebbe di "fare di tutta l'erba un fascio" e si procederebbe più razionalmente. Le lettere di intenti andrebbero divise in "deboli" se limitate alla mera presa d'atto dell'esistenza di una trattativa, e "forti" se tali da far scaturire un affidamento tutelabile. I contratti preliminari sarebbero "chiusi" se riferiti al settore immobiliare, e "aperti", cioè più flessibili ed elastici, per altri ambiti, dominati da esigenze di snellezza e celerità.
[Abstract tratto dalla rivista]
Fonti
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