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Beccaceci Gaia
LA TRUFFA IN ASSUNZIONE A PUBBLICO IMPIEGO TRA RATIO INCRIMINATRICE E SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA
(Nota a Cass. pen. sez. un. 16 dicembre 1998)
in Giurisprudenza italiana, 1999, fasc. 10  pag. 1911 - 1913
(Bibliografia: a pié di pagina o nel corpo del testo)

Le sezioni unite hanno affermato che "la truffa in assunzione a pubblico impiego è reato istantaneo e di danno che si consuma nel momento della costituzione del rapporto di lavoro, in relazione alle spese che la p.a. sostiene per perfezionare l'assunzione; la corresponsione della retribuzione, invece, non costituisce profitto ingiusto". L' A. esamina questa sentenza, della quale ripercorre l'iter argomentativo, ritenendo che essa meriti approvazione. Tuttavia l' A. argomenta le perplessità che suscita l'esigua rilevanza del disvalore concretamente punito riguardo alla fattispecie di cui alla sentenza, riguardante il conseguimento del pubblico impiego tramite falsa attestazione di residenza. C'è da chiedersi, conclude l' A., se ci sia tuttora spazio per la configurabilità della truffa in ottenimento di un pubblico impiego, se si considera che la disciplina penale in tema di mendacio in "autocertificazione" delinea un modello sanzionatorio speciale e del tutto atipico.

Fonti

  • Codice civile art. 2126
  • Codice civile art. 2129
  • Codice penale art. 640

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